Al progetto, assieme a Ca’ Foscari, parteciperà anche IUAV: conservare la città è tenerla viva

Finalmente, grazie all’impegno dell’Università veneziana Ca’ Foscari,  di un’altra importante università di Venezia: IUAV e del Comune di Venezia, il nuovo Centro di ricerca per lo sviluppo di nuove tecnologie per la conservazione e il restauro dei beni culturali veneziani, ha visto la luce. L’intento di dar vita a questo centro era stato divulgato nei mesi scorsi, inserito nel Patto per Venezia e finanziato con tre milioni di euro. La novità è che l’altro ieri è stato firmato, a Ca’ Farsetti, l’accordo programmatico tra Ca’ Foscari , IUAV e Comune di Venezia.

Piazza San Marco sarà oggetto delle rilevazioni con droni di Ca' Foscari

Piazza San Marco

il sindaco Luigi Brugnaro, il rettore di Ca’ Foscari Michele Bugliesi, quello dello Iuav Alberto Ferlenga, si sono seduti al tavolo per la stipula dell’accordo. Tutti questi rappresentanti di soggetti istituzionali sono coinvolti, a vario titolo, nella creazione di un polo nel quale lavoreranno studenti, ricercatori ed esperti.

 

Che genere di lavoro svolgeranno i droni…

Tutti coloro che daranno il loro contributo lavorativo e di ricerca al centro, grazie allo sforzo economico teso a dotare il polo di ricerca della migliore tecnologia oggi disponibile (compresa quella dei droni) studieranno nuove metodologie e interventi di restauro. Queste tecniche di restauro verranno applicate a dipinti, materiali cartacei, reperti archeologici, bassorilievi, superfici architettoniche che vanno dai “teleri” del Tintoretto della Scuola di San Rocco al campanile di San Marco. Tutte queste opere verranno analizzate, laddove impossibile con rilievi da terra, attraverso i droni. Questo significa che i droni possono essere impiegati non solo per il monitoraggio delle bellezze paesaggistiche (del quale noi di Multicoopter drone – blog – abbiamo già parlato) ma anche di quelle storico culturali. E questo è molto importante perché l’Italia è molto ricca di entrambe.

Un Drone come quelli che utilizzerà Ca' Foscari

Un Drone

 

… e come lo svolgeranno

Sui droni verranno installate infatti – quando necessario ad avere una visione dall’alto che vada a colmare le lacune delle riprese da terra – termocamere, spettometri e microscopi (capaci di analizzare frammenti lapidei, pigmenti colorati e particelle di vetro) che verrano usati per scoprire gli effetti dell’umidità e dell’inquinamento.

Qual è l’obiettivo che Venezia si prefigge

“La scommessa” ha spiegato il sindaco Brugnaro, “è quella di rendere Venezia un polo universitario sul modello di Boston, capace di attrarre giovani studenti non solo dal nostro Paese, ma anche da tutta Europa e da ogni parte del mondo”.

 

Quale sarà l’apporto dei singoli soggetti coinvolti…

 

Lo Iuav, segnatamente, non contiene al suo interno solo una Scuola di restauro che sarà messa al servizio del nuovo centro ma sarà coinvolto nel progetto anche in ragione del suo, già esistente, Laboratorio di prove e materiali. Ca’ Foscari metterà invece al servizio dei lavori di ricerca i laboratori e i gruppi di ricerca sulla diagnostica, sull’analisi del rischio, sul restauro e sulle tecnologie presenti nel dipartimento di Scienze ambientali, Informatica e Statistica. È a questi laboratori e gruppi di ricerca che, con ogni probabilità, si deve ascrivere l’apporto che a noi di Multicoopter Drone (blog) più interessa: quello dei droni. Sempre Ca’ Foscari, ad ogni modo, darà il suo contributo con i laboratori sui bio-nano materiali e conservazione del dipartimento di Scienze molecolari e nanosistemi.

 

… e quali saranno i risultati che è legittimo aspettarsi dalla loro collaborazione

 

Inutile dire che una simile sinergia non potrà che essere fertile di notevoli risultati, dato che, grazie ad essa, il comune di Venezia sarà in grado, tanto per fare un esempio, di tenere sotto controllo l’umidità di risalita sulle murature della Basilica di San Marco o di valutare l’efficacia delle metodologie di contenimento del fenomeno attualmente in uso.

“Questo nuovo centro vuole da un lato rafforzare i presupposti scientifici per preservare il patrimonio di Venezia e dall’altro promuovere l’innovazione in questa città attraverso la ricerca” ha detto Bugliesi “Sono già in programma una serie di interventi su cui ci concentreremo, dalla Scuola Grande di San Rocco a Torcello al campanile di San Marco. È un progetto che porterà a Venezia studenti, ricercatori e investimenti nell’alta tecnologia contribuendo allo sviluppo della nostra città”.

 

Venezia è il più grande contenitore di restauro al mondo

 

Un’occasione eccezionale, come l’ha definita, puntualizzando, Ferlenga, che ha evidenziato come Venezia sia “il più grande contenitore di restauro al mondo”, perché “il modo migliore per conservare una città è quello di tenerla viva”.

“Questo progetto” ha fatto sapere ancora il rettore dello Iuav “è un’occasione eccezionale per dare valore a ciò che in parte già esiste, mettendo insieme le iniziative offerte dai punti di eccellenza di questa città, che è essa stessa un’eccellenza”.